domenica 15 maggio 2011

C'è chi dice no. E chi ha detto sì

Il fatto pubblico: E' stato presentato ieri al Salone del Libro di Torino il libro Ave Mary di Michela Murgia. L'altro ieri il film Habemus Papam di Nanni Moretti è stato applaudito al Festival di Cannes.

Il fatto privato: A me sembra che ci sia un legame tra questo libro e questo film. E non perché entrambi raccontino figure "di Chiesa", la Madonna e il Papa. No, il legame invece è dato dal racconto di esseri profondamente umani, radicalmente distinguibili in uomo e donna. La prima, nel ritratto di Murgia, assertiva, consapevole, autonoma e il secondo, nel ritratto che ne fa Moretti, fragile, insicuro, non arrendevole al volere divino ma non per questo più forte. Murgia rivendica per Maria, e quindi per qualsiasi donna che possa prenderla come esempio, un ruolo da protagonista. Eppure questa rivendicazione in realtà è la conferma di altre riflessioni già note, forse non da tutti condivise, come quelle di Tonino Bello in Maria donna dei nostri giorni (non è un libro di Chiesa, non fa paura, è scritto benissimo e va bene sia per gli uomini che per le donne;-). Ne esce una donna del nostro tempo, che sia manager o casalinga, che abbia figli o che ancora aspetti l'amore, che sa quando tacere e quando parlare.

Mary posta di fronte alla domanda della vita è più che coraggiosa, si fida del "non temere" dell'angelo, il Papa di Moretti non ce la fa e urla. E allora? Niente, però mi vengono in mente tante donne e tanti uomini che conosco, a volte urlano entrambi e non si arriva mai alla soluzione, che è la condivisione della storia.

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