sabato 21 maggio 2011

La donna che legge

Il fatto pubblico: Le donne che leggono sono pericolose, era il titolo di un bel libro di Daria Bignardi, che così continuava "perché non si annoiano mai e qualunque cosa accada hanno sempre un via di fuga: se ne infischiano se le fai troppo soffrire perché loro s’innamorano di un altro libro, di un’altra storia, e ti abbandonano."Ovviamente sono pericolose soprattutto per se stesse. Oggi aggiungiamo perché si possono dimenticare, così facendo, di dare la pappa al figlio piccolo o proprio il figlio piccolo possono dimenticare. Eppure questo non avviene. Di solito si legge che sono i padri a scordarsi in auto il bambino e non per colpa di un libro aperto.

Sono lettrici il 53% delle donne contro il 40% degli uomini. Le donne non solo leggono di più, questo si sapeva, ma soprattutto narrativa. E non perché non sappiano leggere saggistica, per esempio, ma perché rispetto ai maschi non hanno paura di lasciarsi andare, perdere il filo, perdere tempo e invece, proprio così facendo, dilatarlo all'infinito e quindi metterci dentro la pappa, l'asilo, i compiti e il libro appunto, non solo quello di scuola del pargolo.

A. Denieka, Donna che legge, 1934
Il fatto privato: Avuto conferma delle mie idee di sempre dalla lettura di Uomini e donne, chi legge di più, di Paolo Di Stefano sul Corriere della Sera di oggi (edizione cartacea) e di ritorno dalla spesa, prendo un cornetto al bar e trovo la simpatica proprietaria impegnata in un'avvincente quanto estemporanea lettura ad alta voce di alcune righe del libro che tiene sul bancone. "Mi crea una bolla in cui immergermi tra un cappuccino e un caffè, il libro", dice. Al di qua del bancone noi ascoltiamo e non ci importa niente del tempo che passa, tanto ce lo sta allungando gratis. Il caffè, invece, quello va bene ristretto.
Non ci importa di mollare la presa, la spesa, di provare a sentire e iniziare così la giornata.

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