domenica 19 giugno 2011

Lo dice anche la Germania

Il fatto pubblico: Dice l'esperto che l'obiettivo dovrà essere "dare a ognuno la libertà di scegliere se lavorare poco o tanto in base alle proprie necessità". In una società armonica, "Wenig Arbeit und Wohlstand sind kein Widerspruch", cioè il poco lavoro e il benessere non sono una contraddizione. E la produttività legata alla tecnologia non fa disoccupazione ma garantisce proprio quella libertà di scelta che permette il riposo, lo svago, l'investimento di se stessi in altri settori e per altri scopi, il ricambio generazionale e occupazionale senza ricorrere a forme estreme e pericolose di flessibilità. Ecco perché i tedeschi possono permettersi di essere "fannulloni eppur benestanti", Faul und wohlhabend come titola e sottotitola (caso mai non fosse già chiaro il punto di vista che troveremo nell'articolo), Die Zeit a proposito dei lavoratori in Europa e nel confronto tra Germania e Grecia, per esempio.

Il fatto privato: Lo ammetto, quando si parla di lavoro mi faccio prendere la mano e poco importa se l'articolo sia scritto in italiano in tedesco o in altra lingua che riesco a capire: dentro devo metterci del mio e il discorso di un altro diventa pretesto per ribadisce le idee che mi sto formando nel tempo sull'argomento. Cattivo esempio di giornalismo, traduzione, etica professionale comunque, ma per me l'unico modo per assorbire quello che succede fuori e ridargli forma e senso, ovviamente i miei che, presuntuosa come l'articolo degli amici tedeschi, penso siano anche quelli giusti per tutti.

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