lunedì 31 ottobre 2011

... e anche la poesia

Il fatto pubblico: Mentre l'Istat aggiorna i dati, per ora stime provvisorie comunque tragiche, sulla disoccupazione giovanile e i giovani non posso neanche mettersi più le mani nei capelli perché li hanno già persi (molti miei coetanei, per esempio, una generazione di stressati, ognuno a modo suo), rileggo l'articolo Un sonetto (forse) ci salverà di Giulia Calligaro su Io donna di sabato scorso. E' sulla inutilità e dunque sulla funzione salvifica della poesia.
"La poesia, per fortuna, non serve a nulla", dice la poetessa Antonella Anedda. "La poesia non ha bisogno di fatturare, questa è anche la sua forza", nota il poeta Gian Mario Vinalta. E invece la poesia fattura, se la rivista internazionale Poesia conta circa 12.000 lettori al mese e se, dichiara Mauro Bersani, responsabile della collana di poesia Einaudi, "Oggi un libro di un poeta contemporaneo ci può mettere di più a vendere, ma a differenza della narrativa, la poesia non ha resi".

Il fatto privato: A scuola ci hanno fatto leggere tante poesie, all'inizio imparate a memoria, poi sottoposte alla versione in prosa, come dire: preparati a fare i conti con la realtà, appena esci da qui. Vorrei tornare a quelle ore passate a leggere poesie. Senza la versione in prosa, né l'interrogazione.

domenica 30 ottobre 2011

... però c'è la danza...

Il fatto pubblico: Il 4 novembre esce Pina, il film di Wim Wenders dedicato a Pina Bausch, la coreografa tedesca morta il 30 giugno 2009. Il trailer è su vari siti in rete, tra cui la rivista Internazionale da cui lo prendo. Le parole per dirlo sono "Balla, balla, altrimenti siamo perduti". E la danza è vita, amore, libertà, lotta.

Il fatto privato: Ho tradotto alcune parole del trailer, le altre le lascio a chi imparerà la musicalità del tedesco dal frammento (e da Google Traduttore;-) o magari dal confronto con la versione già tradotta. Sono poche parole, comunque utili indicazioni per farsi ispirare non tanto e non solo al teatrodanza ma proprio alla vita. Scusate se pare troppo.

sabato 29 ottobre 2011

La crisi c'è, però...

Il fatto pubblico: Sulle pagine del Corriere della Sera, di carta, Maria Laura Rodotà oggi argomenta come cambia la percezione del denaro in tempo di crisi e quali sono i mezzi per affrontarla perfino con gusto: donare, aiutare, condividere. Avere meno soldi (e non essere infelici) è un pezzo appunto gustoso, come tutti i suoi, e "tentativamente consolatorio", come lei stessa scrive qui.
Si va dal baratto, di tempo, vestiti, case per le vacanze ai gesti di solidarietà piccoli e quotidiani all'orto fai da te e al bricolage non per hobby.

Il fatto privato: Quasi una settimana senza scrivere un post ma una settimana piena di doni e condivisioni. E mentre leggo l'articolo della Rodotà penso al mio amico S. che offre pasta fatta in casa in cambio dell'auto per spostarsi, al mio amico R. che ha dato lezioni di musica per pagarsi i massaggi per il mal di schiena (velleitario, forse, ma ditelo a lui che ne soffre), alla mia amica A. che condivide storie sull'autobus verso casa, ai miei vicini di casa con cui facciamo "ringhiera": i milanesi sanno che vuol dire, così come chi è cresciuto a San Lorenzo o a Testaccio a Roma e in tutte quei posti in cui se manca il basilico, basta fare un fischio e Mario, Gianna o Caterina arrivano e ti danno anche dei pomodori. E tu li inviti a pranzo.

domenica 23 ottobre 2011

Il fischio di famiglia

2 marzo 1926

"Henry non ha un fischio di famiglia. Oggi gliel’ho chiesto.
Noi sì. Viene dalla parte di mia madre. Quando andiamo in vacanza con i suoi fratelli fischiamo di continuo. Fischiamo per chiamarci, per avvertirci. Il più bello è quando si parte, quando le macchine sono
cariche, Steve, Jack, Peter e anche il mio babbo si lanciano in una vera sfida. Il più bravo è Peter, lo fa in tremila modi, ma è sempre il nostro fischio".

John Cage
                                                                                                                    

venerdì 21 ottobre 2011

Cos'è il grimaldello?

Il fatto pubblico: C'è un vocabolario di base che è "l'insieme dei vocaboli che risultano certamente noti alla generalità di coloro che hanno frequentato la scuola almeno fino alla terza media, cioè tutt'intera la 'scuola di base'", ci diceva il linguista Tullio De Mauro in Guida all'uso delle parole, già nel 1980.
Il vocabolario di base così come tutta la nostra lingua cambia nel tempo e se acquisisce nuove vocaboli ne perde anche negli anni.

Leggo e copio dal Corriere della Sera che "Per tutelare l'italiano che scompare - e forse per tutelare anche se stessa, aggiungo io -, la Società Dante Alighieri, che dal 1889 si propone diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ha lanciato la campagna Adotta una parola. In collaborazione con quattro dizionari d’italiano (Devoto Oli, Garzanti, Sabatini Coletti e Zingarelli) ha selezionato le parole in via d'estinzione nella nostra lingua. Sul sito dell'iniziativa, chiunque ami l'idioma del bel paese può scegliere una parola, adottarla e diventarne il custode per un anno, impegnandosi a promuoverne l’utilizzo, segnalarne abusi e registrare nuovi significati".

Il fatto privato: Mi sembra una bellissima iniziativa. Ancora non ho scelto la parola di cui voglio diventare custode, ho scoperto che ce ne sono alcune che conosco e altre che non ho mai sentito pronunciare e non ho mai visto scritte. Che vergogna, devo correre ai ripari e rimetterle in circolazione: poi saranno ancora l'uso e i fatti del mondo a segnare il loro destino. Se sono in via di estinzione ci sarà un motivo, se il motivo si chiama pigrizia, facciamo uno sforzo: arricchiamo il nostro vocabolario di base e con quello arriviamo a capire e a usare altre parole. Le parole come grimaldello... Cosè il grimaldello?

giovedì 20 ottobre 2011

Scrivere, cancellare, riscrivere

Il fatto pubblico: L'ultimo post del blog Lo fa anche Baricco, dedicato ai bambini con disturbo di apprendimento e di come la logopedia può aiutarli, racconta la paura di sbagliare e la libertà di scrivere, cancellare, ricominciare e riscrivere. Con una bic.
L'ultimo video di Wired tv presenta padre e figlio alle prese con la macchina da scrivere Olivetti Lettera 22: "Non si cancella niente", dice il padre. "Ecco come si corregge", dice il figlio, "scrivendolo sopra"!

Il fatto privato: Angela ricorda l'esame da giornalista professionista, quando ancora, fino a pochi anni fa, si doveva usare la macchina da scrivere, fare un gran baccano, dimostrare che la professione è prima di tutto un mestiere artigianale e sperare che le dita e la testa che le guida fossero sciolte, sicure, avvezze al mezzo vetusto seppur affascinante. Angela ricorda anche che in realtà lei sbagliava pochissimo perché c'era un tempo che separava il pensiero dall'azione sui tasti e le permetteva di ascoltare per bene le rotelle dell'ingranaggio interiore, non solo quelle della macchina. Mi hanno fatto venir voglia, lei e padre e figlio nel video, di andare al mercatino e trovare la mia Lettera 22;-)

venerdì 14 ottobre 2011

Quale cuffie scelgo?

Il fatto pubblico: Naxos Audiobooks è un’etichetta discografica di musica classica che pubblica anche audiolibri. Una sezione del sito è dedicata alla scelta delle cuffie, che non deve mai avvenire a caso. "Three important things to consider when choosing headphones for the spoken word" sono:
1. la comodità, soprattutto se si ascolta un audiolibro per lungo tempo, durante un viaggio.
1. la risposta in frequenza, cioè l'aderenza alla frequenza della sorgente. In pratica se riescono a tenere il più possibile gli alti e bassi del discorso.
3. la capacità di isolamento dal rumore d'ambiente.

Tutti i dettagli nella sezione Headphone Selection, colonna a destra. Il sito, le opere e anche questa sezione sono in inglese.

Il fatto privato: Lavoro in un open space. Con i pro e i contro dell'open space: le parole che si sovrappongono, le telefonate che certe volte si vorrebbe non ascoltare, i commenti a voce alta, le cuffie che non isolano perché costano poco e non sono quelle professionali. Eppure. Quando le parole, le telefonate, i commenti non ci sono mi sembra che manchi qualcosa che sa di famiglia, perfino di casa. Succede.

mercoledì 12 ottobre 2011

Libri, audiolibri, cuffie e un po' di vino

Il fatto pubblico: Era ora. Un portale italiano dedicato a informare sull'editoria. Tante le categorie attraverso cui sono raccolte, organizzate e riproposte le informazioni che vengono da questo mondo affascinante: agenzie letterarie, biblioteche, concorsi letterari, fiere del libro, riviste e blog letterari, offerte di lavoro, audiolibri... Il portale si chiama Tropico del Libro e propone un viaggio che non finirà mai. Il pay off è "chi legge trova".

Il fatto privato: Io ho trovato Tropico del Libro a Mal di Libri, la manifestazione di sabato e domenica scorsa al Forte Fanfulla, al Pigneto a Roma. Parole in cuffia era lì e loro, cioè i professionisti del settore che hanno messo su il Tropico, erano i miei vicini di stand: insieme abbiamo condiviso lettori e letture, ascoltatori e fotografi,  anche una ciabatta multipresa e qualche sorso di vino;-) Quella che da domenica sto spulciando sul loro sito è la sezione dedicata agli audiolibriche sembra non finire mai tanto è ricca. Bravi e grazie.

domenica 9 ottobre 2011

La radio suona il web

Il fatto pubblico: Dal lunedì al venerdì dalle 22.30 a mezzanotte va in onda su Rai Radio 2 RaiTunes, che dire trasmissione radiofonica è dire poco. Il conduttore Alessio Bertallot sperimenta linguaggi diversi e permette alla radio di aprirsi ad altri media. Una webcam riprende e manda via web quello che accade in studio durante la musica - illustratori che fanno le copertine dei dischi, per esempio - oppure la musica stessa è scelta in base ai link a YouTube che gli ascoltatori divenuti anche autori hanno postato sulla pagina Facebook della trasmissione.

"La cosa interessante è ciò che rimane sulla nostra pagina Facebook: una raccolta fatta in crowdsourcing di quello che può essere il rumore di fondo della musica secondo la prospettiva del pubblico. È un qualcosa che racconta tanto della nostra società". Lo dice Bertallot nella bella intervista su Wired con video di improvvisazione artistica in cui Gipi disegna sulla musica del gruppo Le Luci Della Centrale Elettrica.

Il fatto privato: Mi piace RaiTunes e mi piace la radio perché consente di fare quello che abbiamo sempre fatto: tentare di ballare mentre ascoltiamo un pezzo, disegnare le immagini che ci vengono in mente quando la musica ci provoca di più, condividere con l'amica l'intervista al cantante preferito, telefonare e dire in diretta, senza vergogna, che il primo amore è finito e che gli dedichiamo una canzone. Prima lo facevamo solo col telefono, ognuno a casa propria, adesso i linguaggi diversi li mettiamo insieme e saltiamo da un mezzo di comunicazione all'altro. Affascinante.

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs a casa mia

Il fatto pubblico: Il discorso di Steve Jobs ai neolaureati di Stanford nel 2005 sta su YouTube e, nella parte più visionaria e stimolante, come ritaglio di giornale tra i libri più cari della mia libreria.

Il fatto privato: L'ipod si è infilato nelle mie giornate nel 2005 e il MacBook quest'anno. Il primo è un regalo, per il secondo mi sono fidata dell'amico esperto. La fiducia e la sorpresa sono i motivi che hanno fatto grande la Apple e che fanno grande chi lavora con gusto, magari dando un morso alla mela.

lunedì 3 ottobre 2011

Il rock dove lo vuoi tu

Il fatto pubblico: A Kabul si è svolto sabato scorso l'Afghan Music Festival, che ha portato nel paese la musica rock vietata dai Talebani. Per molti è stata la prima volta che assistevano a un concerto dal vivo e che ascoltavano musica rock. I concerti "underground" lì iniziano alle 8.00 di sera e terminano alle 10.30.  Non importa, piano piano tornerà la musica libera.

Il fatto privato: Chissà cosa penserebbero i puristi della scrittura se sapessero che i lavori più lunghi e insidiosi li accompagno al rock dei Linkin Park;-)