sabato 31 dicembre 2011

Per il nuovo anno il lavoro si fa social

Il fatto pubblico: Chiudo il 2011 con il desiderio che nuovi modi di lavorare, nuovi lavori e soprattutto nuove teste facciano ripartire l'Italia. Ho conferma della necessità di questo desiderio che deve essere condiviso dal blog La nuvola del lavoro, che presenta la lista degli undici social trend che stanno cambiando il lavoro, complici l'innovazione tecnologica e i profondi cambiamenti sociali. Dal professional networking come Linkedin alla raccolta fondi condivisa all'e-commerce attraverso i social media, qualcosa si muove. E non è un caso che il blog a cura di Dario Di Vico, firma storica del Corriere della Sera sui temi del lavoro, abbia scelto per sé il nome "nuvola", come è nuvola, cloud, quella "a cui affidiamo i nostri dati, ma anche le nostre esperienze e riflessioni". 

Il fatto privato: D'ora in poi dire che ho la testa fra le nuvole, che cado dalle nuvole e via dicendo mi parrà sempre un complimento;-) Buon anno a tutti.

venerdì 30 dicembre 2011

Che giornalista sei?

Il fatto pubblico: Secondo una norma contenuta nella “manovra Salva Italia” del governo Monti, da settembre 2012 l’albo dei giornalisti pubblicisti potrebbe essere abolito. La norma compare al punto “Riforma degli ordini professionali” e prevede l’annullamento della distinzione tra giornalisti pubblicisti e professionisti. Lo scopo è riqualificare l'Ordine - col superamento dell'esame di Stato -, mettere ordine tra chi il mestiere lo fa più o meno in maniera esclusiva, più o meno in nero, infine fare cassa. Sì, perché nella comunicazione di Antonella Cardone, membro del Consiglio nazionale dell'Ordine, si ricorda subito che la categoria giornalistica è costituita da "110 mila persone in tutta Italia di cui appena 50 mila versano i contributi all’Inpgi". L'Inpgi è l'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani.


Il fatto privato: Per ora riporto la riflessione di Stefano Casertano su Linkiesta.it, che è a favore dell'abolizione tout court dell'Ordine, come già non esiste in Germania, per esempio, e porto a casa il commento di un collega incontrato al bar stamattina, pubblicista da oltre 20 anni e direttore di una rivista online: "E ora che succede? Anzi, perché proprio ora? Anzi, perché e basta".





martedì 27 dicembre 2011

Gli imprenditori buoni

Il fatto pubblico: La rivista Forbes pubblica quest'anno la lista di 30 "imprenditori sociali", cioè quelli che utilizzano l’impresa per risolvere “problemi sociali”, a metà strada tra il business puro e il no profit. Persone cioè che aiutano se stesse e gli altri, business plan alla mano.

La lista si chiama Impact 30 e presenta nome cognome faccia e storia di persone come Sarah Horowitz, avvocato praticante americano che, a causa di un errore burocratico, non era riuscita a ottenere la copertura sanitaria: risultava free lance anziché impiegata a tempo pieno. Nel 2003 ha fondato la FreeLancer Union e da allora fornisce assicurazioni sulla salute a prezzi ragionevoli per i free lance. Di necessità virtù.
Il sito Linkiesta ne parla ampiamente.

Il fatto privato: Mi sento animata da nuovi pensieri, capaci di mettere assieme etica e politica, sogno e impresa. Lancio la sfida: stiliamo anche noi la lista di 30 imprese italiane sociali?

sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale!

Il fatto pubblico: Spread, debito pubblico, crisi, manovra, regali, famiglia, lavoro, precari... Stream of consciousness o cloud collettiva, queste sono le parole, e i suoni, che ultimamente ronzano nelle nostre orecchie e titolano le nostre giornate. Ma non può essere tutto qui.

Il fatto privato: Di tutti gli articoli natalizi dei giornali - cosa cucinare in questi giorni fra tradizione e innovazione, dove andare a Capodanno, quali mostre visitare e come rifare il look alla coppia per il 2012 - scelgo il faccione di Alessandro Gassman che, in versione romantico-assennata, annuncia la prossima uscita della collana di poesie del Novecento col Corriere della Sera. E scelgo il claim, di Federico García Lorca: "La poesia non cerca seguaci, cerca amanti". Poi cambio una parola e mi accorgo che Natale è fatto: "Gesù non cerca seguaci, cerca amanti".
L'ultima riga dietro il faccione di Gassman dice: "Perché leggere poesia è avere ancora voglia di ascoltare".

domenica 18 dicembre 2011

Nuova musica in città

Il fatto pubblico: "A Firenze sta sorgendo una città della musica. È stata chiamata Teatro dell'Opera di Firenze, nome semplice per farsi capire meglio dai turisti stranieri, ma si allargherà a diversi generi", riprendo da Corriere.it. L'inaugurazione ci sarà il prossimo mercoledì, 21 dicembre, alle 20.30.
Il Maestro Zubin Mehta con l'Orchestra del Maggio Fiorentino eseguirà (in diretta su Rai5 e su corriere.it) la novità Gegenliebe del fiorentino Sylvano Bussotti e la Nona di Beethoven.

Il fatto privato: Ogni volta che nasce un fatto pubblico dedicato all'arte, qualunque sia la sua natura, va applaudito. Domanda: ma Firenze non è la stessa città in cui pochi giorni fa il folle ha ucciso al mercato due venditori senegalesi?
Pape Diaw, il portavoce della comunità senegalese fiorentina, ha detto una frase semplice e sempre vera: "Non si può essere buoni solo a Natale. Bisogna esserlo tutto l’anno". La musica può aiutare, a sentire tutta un'altra musica.

mercoledì 14 dicembre 2011

I suoni delle parole

Il fatto pubblico: Ringrazio la mia amica Luisa Carrada che sul blog del Mestiere di Scrivere pubblica il post "I microspettacoli delle parole" dove segnala un altro blog, Alce di Alberto Cellotto, dedicato al naming. Il post di ieri di Alce è il primo di una serie che tratterà il fonosimbolismo, cioè l'attenzione ai suoni delle parole e a cosa evocano. La "a", per esempio indica calma e forza, apertura, la "u" è vocale che riporta al buio, alla chiusura. Dice Cellotto: "Oggi mi vien più facile parlare di 'sound design', così come di 'letter design' (gli aspetti tipografici della configurazione delle lettere, particolarmente rilevanti nelle operazioni di identità visiva o di nomi creati per il web).

Il fatto privato: Proprio oggi un'amica mi raccontava del figlio, non più bambino, che a scuola continua a sbagliare le "doppie": l'esercizio consigliato è sia scrivere le parole per vederle e memorizzarle nella loro forma sia ripeterle a voce alta con le doppie al posto giusto per ascoltarne la forza, il puntiglio, insomma il suono che fanno e quello che evocano. Affascinante.
L'esercizio per noi è fare caso ai nomi delle marche che ci circondano - Cif e Smac Acciaio, quale dà l'idea della velocità, quale della forza? - e fare caso al nostro nome - Agata e Ingrid, quale inviteresti per una merenda con burro e marmellata, chi mangia di più, quale ha i capelli ricci?

domenica 11 dicembre 2011

Il cane che ascolta. Anche in ufficio?

Il fatto pubblico: Compare su tre righe nella colonna a fianco a un bell'articolo per famiglie del Corriere della Sera di ieri, La gioia si insegna con l'aiuto delle favole. E' la notizia che in una scuola elementare di Oakhill a Tamworth, nello Staffordshire, un cane aiuta i bambini a leggere ad alta voce.

Foto tratta dal sito nestorepaladinoambiente.it
Danny, così si chiama il levriero, è un “cane che ascolta”: è stato inserito in un programma pilota, chiamato Reading Education Assistance Dogs (R.E.A.D.), inventato negli Stati Uniti. Tony Nevett, laureato in terapia assistita dagli animali, è il padrone del levriero, che spiega come Danny riesca a incoraggiare i piccoli per la sua presenza attiva. Non li giudica, non ride di loro, non trasmette ansia ma la tranquillità e la fiducia necessarie a superare l'ostacolo e leggere ad alta voce in aula.


Il fatto privato: Da oggi non si potrà più usare quella brutta espressione che è "non c'era neanche un cane ad ascoltarmi". Mi chiedo se sia possibile portare un cane in ufficio: per aumentare l'autostima del collega insicuro, per ridurre l'ansia della ragazza che si sente sempre sotto esame, per imparare a gestire i gruppi, gli imprevisti, i silenzi e il rumore. E io? Io ci giocherei, perché vado pazza per i cani e non ascolterei quella voce che mi direbbe: "Da domani vai a giocare fuori". Ecco, lascio Danny nella sua scuola nello Staffordshire, magari invito i colleghi a diventare ascoltatori attenti, alzando un orecchio e muovendo piano il capo, scodinzolando se è il caso;-)

giovedì 8 dicembre 2011

Maria, donna senza retorica

Il fatto pubblico: "Donna vera, prima di tutto. Ma soprattutto donna di poche parole. Non perché timida, non perché irresoluta, non perché arida di sentimenti o incapace di esprimerli. Donna di poche parole perché afferrata dalla Parola, ne ha così vissuta la lancinante essenzialità, da saper distinguere senza molta fatica il genuino tra mille surrogati, il panno forte nella sporta degli straccivendoli, la voce autentica in una libreria di apocrifi, il quadro d'autore nel cumulo delle contraffazioni" (tratto da don Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni)

Il fatto privato: Oggi è l'Immacolata Concezione, secondo il dogma della Chiesa cattolica e in riferimento alla tradizione della Chiesa d'Oriente. E' un giorno di festa e di riposo dal lavoro, per chi il lavoro ce l'ha. Oggi può essere l'occasione per ricominciare a lasciare cadere le parole vuote, quelle che, sarà un caso?, mi sembra si affaccino proprio sulle labbra, con o senza rossetto, di noi donne.
Preferisco tutto il gergo tecnico di cui mi sono nutrita in questa settimana di lavoro con ragazzi giovani, entusiasti e convinti che per cambiare il mondo basti fare swipe con l'indice e il pollice come su un qualsiasi dispositivo mobile di cui mi mostravano le meraviglie. Riusciremo a trovare un punto d'equilibrio?

lunedì 5 dicembre 2011

Ascoltare le storie degli altri

Il fatto pubblico: "La maggior parte delle persone non ascolta". Riporta Mariella Governo sul suo sito dedicato alla comunicazione e anche alle storie degli altri. Quella dedicata all'ascolto è ripresa appunto da un intervento della psicoterapeuta Federica Mormando apparso sul Corriere della Sera il 12 novembre scorso. "Farsi ascoltare dipende anche dall'esempio di ascolto che diamo, cioè dall'attenzione che prestiamo a quello che l'interlocutore ci dice, a parole, col corpo, nel silenzio.

Il fatto privato: Ho ascoltato il discorso del Presidente del Consiglio Mario Monti in Parlamento. Ho apprezzato pacatezza e risolutezza nello stile, mi sono venuti forti dubbi su alcuni contenuti per cui chiederò consulenze incrociate a chi ne sa più di me. Nel frattempo ascolto e rimetto indietro il nastro: la parola "sacrificio" fa commuovere anche me (grazie alla ministra Fornero per quelle lacrime vere).

domenica 4 dicembre 2011

Scatta una foto e salva la faccia

Il fatto pubblico: Si chiama Low Resolution Generation ed è la campagna fotografica internazionale che l'organizzazione no profit Shoot for Change dedica alla crisi, al lavoro precario, a una generazione senza identità. S4C è fatta proprio di fotografi, designer e artisti che "scattano" sui temi sociali, partendo da fatti particolari con la buona presunzione di cambiare quelli generali. Non è un caso se il payoff dell'organizzazione è "Shoot Local, Change global".

Il fatto privato: La campagna fotografica è stata ideata da Stefania Marini, che ho conosciuto ieri sera. L'idea è semplice ed efficace: volti definiti con pochi pixel, almeno tanti quanti sono gli euro al mese guadagnati, storie di persone la cui identità rischia di scomparire. Ognuno di noi può partecipare allo sviluppo della campagna: basta inviare altre foto alla pagina Facebook dedicata e sulla piattaforma di condivisione foto Flickr. Inutile dire che noi crediamo, almeno Stefania e io, che il lavoro contribuisca a formare l'identità di una persona e che lo scopo ultimo del lavoro sia non il lavoro ma l'uomo, cioè l'essere umano che ci mette la faccia. Per fortuna siamo in buona compagnia;-) Non per sfortuna le situazioni del lavoro sono molto difficili e ancora irrisolte.

sabato 3 dicembre 2011

La testa e la mano

Il fatto pubblico: Il "Club della Lettura" del Corriere della Sera propone una riflessione di Gillo Dorfles sul recupero della manualità. Pare che oggi stia tornando importante, se non fondamentale, il rapporto tra il corpo e l'attività creativa. Abbiamo cioè bisogno di fare, di sudare, di toccare.

Il fatto privato: Ho sempre pensato che molte delle nevrosi di oggi più che di ieri fossero causate da lavori sedentari, tipici del "terziario avanzato", lontano dal mondo della produzione di beni tangibili, ripetitivi e senza guizzo creativo. Lavori che richiedono pure sforzi intellettivi ma che lasciano mortificate altre doti dell'uomo: la sua natura fisica, il contatto con ciò che fa nascere, la capacità di concentrazione e in fin dei conti di amore. Ecco, vorrei l'artista che torni a essere artigiano, vorrei che chi sogna l'atélier conosca anche la bottega. Vorrei non dovermi segnare in palestra per usare tutta me stessa e sentire nuove energie (e anche tanto dolore;-) Vorrei fare come Valentina, che ha tre anni e mette tutta se stessa per impastare, colorare, incollare le sue opere di piccola artista. Poi chiude tutto e corre sul prato davanti casa, con la stessa energia e dedizione di prima.

giovedì 1 dicembre 2011

Suoni quotidiani sull'HIV

Il fatto pubblico: Nella giornata mondiale contro l'Aids, Rai Radio3 sta trasmettendo proprio ora l'audio documentario La remotissima possibilità, di Jonathan Zenti. E' la penultima delle cinque puntate del doc in onda dal 28 novembre al 2 dicembre alle 19.40 all’interno del contenitore di audio documentari “Tre Soldi”.
La remotissima possibilità” nasce da un laboratorio condotto dall'autore e regista all’interno del Liceo Maffei di Verona nella primavera del 2011. Il tema affrontato è quello dell’HIV: ne chiedono e ne raccontano i ragazzi di scuola, si interrogano e riflettono anche gli ascoltatori. Il laboratorio è stato organizzato da Suoni Quotidiani, "l'osservatorio sociale sulle normalità che utillizza l’audiodocumentario come strumento di analisi e la trasmissione orale come mezzo di diffusione dei risultati ottenuti".

Il fatto privato: E' tardi per segnalare un fatto, non si fa mentre il fatto si sta svolgendo. Non metterò una foto d'archivio a questo post, non aspetterò altro tempo per segnalare come certe comunicazioni di servizio siano gradite e vadano incoraggiate.