sabato 19 maggio 2012

Vicini di tavolo lontani di chiacchiera

Questo sabato non ho dubbi sul tema che chiuderà la settimana appena trascorsa. L'ho ritrovato stamattina sulle pagine del Corriere della Sera in un articolo di Elvira Serra nella rubrica "Tempi liberi". Il titolo è: "Che fine ha fatto la conversazione a due". E in qualche modo ho apprezzato il fatto che il punto di domanda non ci sia: non ce n'è più bisogno, la difficoltà di parola reale è una certezza rispetto a quella scritta o espressa solo via smartphone o tablet. Non credete?

Pranzo coi colleghi, tra i cinque e i dieci minuti il tempo per raggiungere il locale dove andiamo più spesso, meno di un minuto di conversazione col collega che trovo già impegnato in altri discorsi al cellulare. Mi chiedo: Come farà l'altro, il neoassunto, a digitare, schiacchiare, sfiorare i tasti mentre cammina e rischia la vita tra automobili e motorini senza neppure accorgersene? E a tavola la musica non cambia: uno guarda lo schermo aspettando l'illuminazione, l'altro risponde al telefono, un altro parla di mobile strategy e notoriamente non si muove da casa; restiamo nel faccia a faccia la collega e io, indecise se mangiare o provare a dire qualcosa, qualsiasi cosa. Mangiamo e parliamo insieme, possiamo farlo.

Non è solo questione di bon ton e non voglio credere che sia solo una differenza tra maschi e femmine, è una più grande incapacità di stare. Sì, proprio stare dentro una situazione e non contemporaneamente in tante altre. E' una questione di scelta e di concentrazione e quindi di amore. Preferire il touch screen al commensale - partner, collega, amico che sia - non è un'offesa ma la paura dei nostri tempi a scendere in profondità e conoscersi un po' di più. Preferire i lontani ai vicini, seguire tutti i link rischia di farci perdere quelli umani.

Leggete anche i Quindici punti per cui Dio non è il superlativo assoluto di multitasking, di Marco Stancati, analisi semiseria della social atmosfera che respiriamo.

E poi, alla fine del pranzo, uno mi domanda: "Allora Ale, oggi non dici niente?" Gli ho scritto un'e-mail, rispetto i suoi tempi:-)

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