lunedì 11 giugno 2012

Il senso di stare e non perdere tempo

Il fatto pubblico: Sul Corriere della Sera di oggi un'interessante riflessione sul tempo perso dietro, attorno, sopra o sotto tante cose che non fanno sentire soli ma che, guarda un po', tolgono tanto tempo e sana solitudine.
Peter Bregman, consulente strategico di vari ad ed esperto di leadership e di organizzazione aziendale, invita a stilare una lista delle "cose-da-non-fare" e anche una delle "cose da fare". "La lista delle cose-da-fare - scrive - è visionaria, selvaggia, creativa e produttiva: mi aiuta a fare le cose giuste. La lista delle cose-da-non-fare è responsabile, coscienziosa, protettiva, attenta e mi aiuta a evitare di trascorrere il mio tempo in attività sbagliate».

Il fatto privato: Ieri sera ho mandato una mail ad alcuni amici, la maggior parte dei quali non si conosce uno con l'altro o si è solo incontrato qualche volta, avendo me come link. L'oggetto era lo STARE, insieme. Non via mail, non per caso - gli incontri per caso sono comunque una benedizione - ma per il desiderio di cercarci e di non lasciarci fagocitare dal fare a tutti i costi, sempre, sempre connessi, sempre da qualche altra parte. STARE con se stessi, prima di tutto, concentrati in quello che si sta facendo: una partita a pallone o una riunione, il pranzo con la famiglia o sul divano da soli. Al pragmatismo dei maschi, le femmine si sono buttate di più, si sono scoperte di più. Nessuno ha risposto a tutti ma solo a me. E un amico oggi mi ha chiesto a voce: "Capisco il senso della mail e sono anche d'accordo, però mi chiedo... Perché? Perché è così necessario?" Risposta, "L'hai detto." P.S. Io sono contro le liste, per definizione;-)

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