giovedì 21 giugno 2012

Tutti a scuola con la maturità

Il fatto pubblico: L'Italia si risveglia unita non solo per gli Europei di calcio ma anche in occasione dell'uscita delle tracce della maturità. Il tema interessa e se ne discute, e questo fa piacere. In genere la discussione vira sempre su "quando l'ho fatta io... non ricordo la traccia ma è stata un incubo che faccio ancora la notte". Perché?

La prova del primo giorno, quella d'italiano, è la più attesa, forse la meno temuta, certamente quella che appare più democratica perché vale per tutti i tipi di scuola. Il rischio banalità a fronte dell'analisi del testo o di temi che prendono spunto da riflessioni di grandi del pensiero è forte. Riporto le critiche e i commenti sul "tema di ordine storico" a partire da un testo di Hannah Arendt sullo sterminio degli ebrei e quelle sull'analisi del testo di Montale su Ammazzare il tempo, brano tratto da Auto da fè. Cronache in due tempi.


Il fatto privato: David Bidussa, storico sociale delle idee, afferma: "Quello che servirebbe è dare spunti di riflessione reali, che stimolino il pensiero degli studenti"... " Una frase dei Peanuts andrebbe bene: costringe a superare anche l’idea del contesto, considerato minore, del fumetto".

Aggiungo io, anche i Simpson, i personaggi di certi videogiochi o serial tv o ancora Hannah Arendt o Montale, ma non così, non con le domande dell'analisi del testo che sono vecchie e si riferiscono alla scuola e al pensiero dei genitori e non a quello degli studenti. I maestri del passato si studiano, si approfondiscono e si mettono in relazione con la banale grandiosità della vita di ogni giorno di tutti noi: chiediamo agli studenti di raccontarci di loro attraverso il pensiero di altri. A questo servono la storia e la scuola, a rimetterci tutti sulla stessa barca, prima o poi.

... Io avrei scelto la redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale, ambito artistico-letterario, argomento: il labirinto. Oppure, in ambito storico, Bene comune e bene individuale prendendo spunto da scritti di San Tommaso d'Aquino (La somma teologica), Jean-Jacques Rousseau (Del contratto sociale), Luigi Einaudi (Lezioni di politica sociale) e Giuseppe De Rita. Anche lì, la tentazione di uscire fuori tema sarebbe stata comunque forte.

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