sabato 14 luglio 2012

Uno scatto per dirci chi siamo e chi saremo

Non sono brava a scattare foto. Mi è anche capitato in passato di inquadrare un oggetto o una persona e di trovarmi poi a guardare altro oggetto o altra persona finita dentro l'inquadratura senza che io me ne rendessi conto. Certo, la cosa può avere anche il suo fascino e a volte può essere perfino provvidenziale, di solito è solo un pasticcio sfocato e porta frustrazione. Però.
Sono brava a cogliere l'attimo, l'istante in cui non solo sento che succede qualcosa ma anche quello prima, in cui qualcosa sta per succedere, cose semplici, come il passaggio dell'autoambulanza e l'attraversamento dell'uomo zoppo, come la signora ben vestita e il cane agitato del ragazzo per strada, come i tentativi del pesce di guizzare fuori dall'acqua. Niente di tutto questo riesco a cogliere: l'obiettivo rimane un mio desiderio e quasi il grido ad agire che non posso rivolgere a nessuno. Però.
In questa settimana ho conosciuto e riconosciuto persone fotografiche che fanno e possono fare quello che io riesco poi a descrivere, spiegare, raccontare con le parole e anche con l'audio. A ciascuno il proprio mestiere, no? Mestiere, cioè passione in giro per il mondo.

Comincio con Antonio Amendola, fondatore di Shoot4Change, organizzazione no profit di fotografi professionisti e non. Date un'occhiata al sito e ai reportage fotografici per ONG e non solo. Antonio e io non riusciamo a ricordare dove ci siamo già incontrati, ma vorremmo realizzare piccoli grandi progetti insieme.

Continuo con la prima edizione del Premio Graziadei per fotografia che lo studio legale omonimo con sedi a Milano e Roma e Fotografia, festival Internazionale di Roma hanno indetto per dare spazio a nuovi progetti fotografici promuovendo fotografi emergenti non professionisti e con meno di 40 anni. L'obiettivo è puntato sul lavoro.

Chiudo con la segnalazione della mostra Risarcimenti. Storie di vita e di attesa, nella ex chiesa di Santa Rita a Roma, a via Montanara (vicino il Teatro Marcello e piazza Campitelli) dal 13 al 26 luglio. Scatole e valigie da toccare, aprire e scoprire cosa contengono... le aspirazioni degli ospiti dell'Esercito della Salvezza e quelle degli studenti della facoltà di Medicina e Psicologia: le grafie sui foglietti sono tanto diverse, le aspirazioni di fondo forse no. L'installazione etnografica è a cura del prof antropologo Vincenzo Padiglione.

Possono una foto, un video, una voce cambiare una situazione politica, economica, sociale e culturale? No, però possono cambiare noi;-)

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