lunedì 22 ottobre 2012

Panico da microfono. Niente panico

Il fatto pubblico: 'Chiesi agli Uomini della radio: "Che cosa devo fare di preciso?" E gli Uomini della radio risposero serafici: "Devi solo fare davanti a un microfono quello che fai ogni giorno davanti alla tastiera del computer. Ti scegli un film e ne parli per quindici minuti. Lo stronchi, lo esalti, inviti il pubblico a bruciare la pellicola: hai la massima libertà".
[...] 'E invece, quando nello studio si accese la luce rossa, e io per iniziare avrei dovuto solo dire: "Buonasera da Roberto Canali, benvenuti a Spazio Lumière, fu lì che mi prese il panico".[...]
'Mentre dicevo il Buonasera più incerto che avessi mai proferito in vita mia, un'altra voce, la mia voce interiore sussurrava: "... non è come scrivere un articolo. La radio è un'altra cosa e tu non sai come affrontarla. La scrittura è la calma riorganizzazione di un pensiero; la voce è il sismografo in diretta della tua emotività [...]

Il fatto privato: Chiusura brusca di una piccolissima parte del radiodramma che lo scrittore Nicola Lagioia due anni fa preparò in occasione dei festeggiamenti dei 60 anni di RadioTre. Panico da microfono era la storia di un temutissimo critico cinematografico alle prese con la diretta radiofonica.

E a proposito di diretta in radio ve ne propongo una che è il sismografo di un'altra emotività, la mia: è la lunga intervista/chiacchierata/presentazione che Radio Articolo 1 mi ha fatto in occasione degli speciali Premio Marco Rossi per cui lo scorso 25 settembre Parole in cuffia ha ricevuto menzione speciale.
Ringrazio Emiliano Sbaraglia per non avermi anticipato nulla, amo le sorprese, e anche la diretta;-)



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