mercoledì 30 maggio 2012

L'audio documentarista nella realtà

Il fatto pubblico: Trentesima edizione per il Bellaria Film Festival, che si svolgerà a Bellaria (RN) dal 31 maggio al 3 giugno. All'interno del Festival ci sarà anche la rassegna “Radiodoc”.
Sabato 2 giugno si terrà un incontro dal titolo “L'audio documentarista nella realtà”, a cura dell'associazione Audiodoc, media partner dell'evento, e presentato dai soci Jonathan Zenti e Alessia Rapone. L'1 e 2 giugno, invece, alle ore 18.30, Daria Corrias e Jonathan Zenti condurranno il laboratorio operativo “La narrazione attraverso il mezzo audio”, un workshop all'interno del quale si illustreranno tutte le fasi della produzione dell'audio documentario nell'era contemporanea, dall'investimento editoriale alle possibilità di diffusione, passando per la registrazione e l'editing.

Il fatto privato: Sì, l'Alessia Rapone che collabora alla presentazione degli audio documentari dei soci Audiodoc al Festival di Bellaria sono io. Qui trovate, a mezz'ora circa dall'inizio della trasmissione, anche l'invito a partecipare che ho fatto per la trasmissione Il Cantiere di Rai Radio Tre il 5 maggio scorso oltre, ovviamente, ad alcuni estratti sonori dell'audio dramma Parole in cuffia;-) Venite?
L'ingresso è gratuito, la realtà da scoprire con le proprie orecchie tanta, le storie tutte diverse e interessanti.

martedì 29 maggio 2012

Il terremoto come fa?

Il fatto pubblico: Stamattina di nuovo scosse in Emilia. "Il terremoto ha mietuto vittime soprattutto nelle fabbriche lesionate nel primo sisma del 20 maggio scorso, dove si era ripreso a lavorare dopo verifiche e rilievi di staticità". No comment. Mentre in Italia accade questo, gli scienziati continuano a studiare i movimenti tellurici del Giappone, dopo lo tsunami nella zona di Fukushima. Il professore associato Zhigang Peng, della Georgia Tech, ha convertito in file audio le oscillazioni del sisma di magnitudo 9.0 che ha colpito il Giappone nel 2011.

Il fatto privato: La mia amica F. che vive a Bologna, di solito misurata nelle espressioni, stavolta ha avuto paura. Mi ha raccontato che stamattina, mentre tutti scappavano fuori dall'edificio in cui lavora lei non è riuscita a muoversi dalla scrivania. Corri via, la prossima volta! Le ho intimato al telefono più tardi, dando per scontato che F. debba rimanere lì dove il terremoto tornerà, mentre io qui più in basso sono sana e salva, magari mi lamento per il mal di testa. Non è successo niente a Bologna, mi dice. E io mi dico  che il terremoto è subdolo e vorrei un cane che cominci a latrare sentendo la terra muoversi sotto le zampe. 

sabato 26 maggio 2012

Ascolta i bambini

Illustrazione dalla pagina Facebook
di 'Una piccola ape furibonda'
La settimana si chiude con i bambini, quelli uccisi in Siria, nella città di Hula, dalle forze fedeli al presidente Assad.

Era iniziata per me con i bambini Saharawi che ci prepariamo ad accogliere questa estate a Roma, come ormai fa da otto anni il gruppo di volontariato Sahara Libre di cui faccio parte.

E' continuata con i bambini in azienda, quella in cui lavoro, che hanno scoperto nella festa a loro dedicata dove mamma o papà passano molto tempo ogni giorno.

E' stata anche la settimana dei bambini adulti: barba o tacchetti, capelli bianchi oppure tinti, qualche ruga e la voglia di accendersi di fronte a una parola nuova, allo zucchero filato, a un progetto, a un altro sorriso. I bambini non hanno età.


mercoledì 23 maggio 2012

Oggi un doodle da suonare

Il fatto pubblico: Oggi Google dedica un suo doodle interattivo al 78esimo anniversario della nascita di Robert Moog, inventore del sintetizzatore. Nel 1963 Moog, che possedeva una fabbrica di strumenti musicali, creò uno dei primi sintetizzatori a tastiera e diede l'avvio alla musica elettronica.

"Il sintetizzatore è uno strumento musicale capace di generare imitazioni di altri strumenti reali o creare suoni ed effetti non esistenti in natura. Una vera rivoluzione musicale, celebrata nel 1967 dal disco di Walter Carlos Switched on Bach, rilettura di alcune composizioni di Bach suonato interamente con il Moog, che resta ancor oggi il disco di musica classica più venduto al mondo, il primo ad entrare nella Top 10 americana".

Il fatto privato
: quanto mi piace la ricorrenza, di fatti a tutti noti e di quelli meno conosciuti. Io per esempio questo non lo sapevo, l'ho imparato e ne sono contenta. Ci vorrebbe un doodle in ogni giornata.

sabato 19 maggio 2012

Vicini di tavolo lontani di chiacchiera

Questo sabato non ho dubbi sul tema che chiuderà la settimana appena trascorsa. L'ho ritrovato stamattina sulle pagine del Corriere della Sera in un articolo di Elvira Serra nella rubrica "Tempi liberi". Il titolo è: "Che fine ha fatto la conversazione a due". E in qualche modo ho apprezzato il fatto che il punto di domanda non ci sia: non ce n'è più bisogno, la difficoltà di parola reale è una certezza rispetto a quella scritta o espressa solo via smartphone o tablet. Non credete?

Pranzo coi colleghi, tra i cinque e i dieci minuti il tempo per raggiungere il locale dove andiamo più spesso, meno di un minuto di conversazione col collega che trovo già impegnato in altri discorsi al cellulare. Mi chiedo: Come farà l'altro, il neoassunto, a digitare, schiacchiare, sfiorare i tasti mentre cammina e rischia la vita tra automobili e motorini senza neppure accorgersene? E a tavola la musica non cambia: uno guarda lo schermo aspettando l'illuminazione, l'altro risponde al telefono, un altro parla di mobile strategy e notoriamente non si muove da casa; restiamo nel faccia a faccia la collega e io, indecise se mangiare o provare a dire qualcosa, qualsiasi cosa. Mangiamo e parliamo insieme, possiamo farlo.

Non è solo questione di bon ton e non voglio credere che sia solo una differenza tra maschi e femmine, è una più grande incapacità di stare. Sì, proprio stare dentro una situazione e non contemporaneamente in tante altre. E' una questione di scelta e di concentrazione e quindi di amore. Preferire il touch screen al commensale - partner, collega, amico che sia - non è un'offesa ma la paura dei nostri tempi a scendere in profondità e conoscersi un po' di più. Preferire i lontani ai vicini, seguire tutti i link rischia di farci perdere quelli umani.

Leggete anche i Quindici punti per cui Dio non è il superlativo assoluto di multitasking, di Marco Stancati, analisi semiseria della social atmosfera che respiriamo.

E poi, alla fine del pranzo, uno mi domanda: "Allora Ale, oggi non dici niente?" Gli ho scritto un'e-mail, rispetto i suoi tempi:-)

giovedì 17 maggio 2012

Le note dei Pesci

Il fatto pubblico: Credete all'oroscopo? Quello di Internazionale è sempre bello, sempre più assurdo e poetico, per questo continuamente reale e concreto. Rob Brezsny ogni settimana regala a ogni segno zodiacale senso e speranza. Questa settimana al segno dei Pesci dice: “Non esistono note sbagliate”, diceva il pianista jazz Art Tatum. “Tutto dipende da come le combini”. Il trombettista Miles Davis aveva una filosofia simile. “Non è la nota che suoni a essere sbagliata”, diceva. “È la nota che suoni dopo che la rende giusta o sbagliata”. È un’ottima idea per le prossime settimane, Pesci. Non trarre conclusioni affrettate su presunti errori. Ascolta tutta la canzone e goditi la visione d’insieme".

Il fatto privato: Nata sotto il segno dei Pesci... sì, ascolterò tutta la canzone, non mi soffermerò sulla singola nota. Partirò però da quella, da una e poi a seguire per tutto il pentagramma.

Canta che ti passa

Il fatto pubblico: Ascoltare la musica e soprattutto partecipare a "lezioni di musica interattive" rende i bambini piccoli più positivi e comunicativi nei confronti di ciò che li circonda. Lo sostiene sulle riviste Developmental Science e Annals of the New York Academy of Sciences Laurel Trainer, direttrice del canadese McMaster Institute for Music and the Mind ed esperta di ricerche su musica e sviluppo mentale.
Musica interattiva significa per esempio far battere le mani su un tamburello per cercare di seguire il ritmo di filastrocche e ninna-nanne ai bambini di meno di un anno, significa farli divertire, interagire in modo creativo e tranquillo con la realtà circostante.

Il fatto privato
: "Cimentarsi nel canto o nel suonare anche in modo rudimentale uno strumento migliorerebbe le connessioni cerebrali rendendo la mente più adattabile ai cambiamenti". Come al solito prendo di un testo solo quello che mi interessa. E' vero che non è sempre e univocamente dimostrato che la musica in quanto tale possa migliorare le abilità cognitive, però tutti noi abbiamo fatto esperienza che ascoltare o canticchiare una melodia stimola la creatività, il sogno, la comunicazione. E il mondo ci appare più benevolo. Ecco, ricomincerò a suonare la chitarra per risolvere questioni di cuore, difficoltà lavorative, cambiamenti familiari. E voi?

martedì 15 maggio 2012

La forza di un incontro e il senso del digiuno

Il fatto pubblico: E' uscito il film Tutti i nostri desideri. Dolcezza e determinazione, indignazione e comprensione per “superare noi stessi grazie alla forza di un incontro, e unirsi contro l’assurdità del mondo”, ha detto il regista Philip Lioret. Il mondo assurdo è quello del credito al consumo e del sovraindebitamento. L'incontro è tra il giovane magistrato Claire e Stéphane, giudice esperto e disincantato che viene coinvolto nella battaglia contro il sistema. “Tutti i nostri desideri” è la promessa che si legge nei dépliant che propongono pericolose forme di credito al consumo.

Il fatto privato: "Per digiuno io intendo un'altra cosa: rompere le catene dell'ingiustizia, rimuovere ogni peso che opprime gli uomini, rendere la libertà agli oppressi e spezzare ogni legame che li schiaccia. Digiunare significa dividere il pane con chi ha fame, aprire la casa ai poveri senza tetto, dare un vestito a chi non ne ha, non abbandonare il proprio simile" (Isaia, 58, 6-7).

Ecco, voi direte: e che c'entra? Che c'entra con l'ascolto e il lavoro questo post, il film francese e perfino il profeta Isaia? Niente. Solo che a me la forza di un incontro serve a muovermi nel mondo assurdo dando senso al digiuno vero. Avevo voglia di scriverlo per me e di condividerlo con i lettori di Parole in cuffia. E con il lavoro e l'ascolto c'entra, c'entra...

domenica 13 maggio 2012

Ti ascolto

Il fatto pubblico: "Vado alla deriva per la città, scelgo degli angoli apparentemente appartati, accoglienti, per quello che è il mio gusto, sistemo un paio di sgabelli, metto il cartello “Ti ascolto”, mi siedo e aspetto". Si chiama Marco, vive a Pescara, fa il portalettere e da un po' di tempo anche il "punto di ascolto mobile".

Il fatto privato: Ho un amico che ha lo stesso superpotere di Marco, anche se non ne è completamente consapevole: le persone con lui si aprono, gli raccontano, scoppiano a ridere o in lacrime, si avvicinano attirate da una forza che aumenta mentre parlano e si confidano. Secondo me Marco e il mio amico non fanno paura, restano accovacciate, non giudicano e guardano in faccia. Per questo incontrano e vivono appieno il paesaggio sonoro. Per questo funzionano più di Lucy dei Peanuts: lei aveva il banchetto "The doctor is in", loro la bici e sono gratis.

venerdì 11 maggio 2012

La moquette rossa e il registratore a cassette


Oggi è la terza giornata di Torino, cioè del Salone del Libro. Quando ci sono andata la prima volta si chiamava ancora Fiera, faceva caldo come in questi giorni, ero con i miei genitori che sembravano più entusiasti di me: la moquette rossa, gli spazi enormi e gli stand pieni di libri e persone piacevano e non facevano paura.

Io andavo in cerca di idee e spunti per il mio presente di laureanda con una copertina sui libri e per il mio futuro di direttrice editoriale, il sogno a cui non sono riuscita a dare concretezza, mannaggia. A quel tempo leggevo Il Giornale della libreria, che avevo trovato in biblioteca, quando ancora non era online perché i siti web erano davvero pochini e "andare su internet" si faceva al laboratorio informatico dell'università poche volte in una settimana, roba da pionieri, perditempo o già smanettoni incalliti. C'erano ancora le biblioteche con i libri di carta!

Il Salone del libro col tempo è diventato sempre più grande, ricco e pieno di incontri interessanti. Stamattina per esempio c'è un interessante appuntamento dedicato al doppiaggio e uno dedicato ai social media per l'editoria. Il primo è alle 11.00 il secondo è alle 12.00.

Ecco anche cosa ricordo del Salone tutte le volte in cui sono andata, di questo come di quasi ogni altra fiera, mostra, manifestazione: gli orari degli incontri spesso coincidono e tu devi correre da una parte all'altra, in cerca di sale, corner, colori ed etichette per non farti scappare le voci che ti interessa ascoltare. E' molto simile a quello che succedeva proprio all'università, quando il calendario delle lezioni ti mostrava sovrapposizioni diaboliche che ti costringevano a immaginarti ubiquo: amici, registratori, perfino familiari ho visto intercettare professori che con o senza microfono spiegavano in aule sature di persone comunque attente.

E' la motivazione che ti fa trovare il modo per non lasciarti sfuggire neanche una parola, nonostante tutto quello che si può organizzare, migliorare, imparare a gestire.
Inutile dire che negli anni Novanta il registratore era quello a cassette;-)


lunedì 7 maggio 2012

Le sartine di Monti e la comunicazione artigianale

Il fatto pubblico: Se su Google digiti "le sartine di Monti" compare subito un video su YouTube, quello girato appunto nel rione Monti a Roma (cosa avevate capito?!) qualche mese fa da Mariano Caifa e dalla mia amica Silvia Lombardo, effervescente sceneggiatrice e regista che ha appena sfornato il film La ballata dei precari, versione in pellicola dell'omonimo libro su carta.
Silvia e Mariano un sabato se ne sono andati in giro per il centralissimo quartiere, il primo rione di Roma, la vecchia Suburra, intervistando le artigiane che da poco o molto tempo lì hanno aperto bottega. Sono le sartine di una volta, giovani e giovanissime imprenditrici di sé, che combattono la crisi a colpi di macchina da cucire, idee, condivisione di spazi e mestiere, sorriso sincero.

Il fatto privato: Viene voglia di farci un salto e di continuare a raccontare pezzetti d'Italia che partono dal piccolo, dal basso - il rione Monti sta in basso rispetto alla più recente via Cavour, guarda un po' - dai km zero per tirare su la testa e ricominciare.

... Avete fatto caso che negli ultimi tempi la comunicazione usa il "linguaggio artigianale"? Ferri del mestiere, bottega delle idee, atelier creativo e tante altre parole ed espressioni per toccare terra, sentirsi ancora utile e ancora viva. La questione merita un approfondimento.

sabato 5 maggio 2012

Il cantiere mi piace

Non c'è dubbio, a me la parola "cantiere" piace. In un modo o nell'altro ci passo accanto e a volte ci finisco dentro. No, non cado nei cantiere della metropolitana a Roma né in quello della nuvola di Fuksas, sempre a Roma. Sono cantieri che durano e che mi auguro finiscano e producano bellezza e comodità.

Si chiama cantiereValori il progetto a cui ho dato il nome qualche anno fa, quello sulla ridefinizione dei principi che guidano atteggiamenti e comportamenti dell'azienda in cui lavoro. Si chiama Il pianoforte nel cantiere il progetto editoriale che ho messo in piedi insieme all'illustratrice Francesca Mariani e che potete vedere in anteprima qui. Si chiama infine il Cantiere, la trasmissione di Radio3 che stasera alle 19.00 trasmette la puntata dedicata anche alla presentazione di Parole in cuffia fatta dalla sottoscritta, alcuni brani e un invito speciale al prossimo Bellaria Film Festival (1 e 2 giugno) nella rassegna dedicata agli audio documentari.

Mi piace il lavoro che viene su, che ti sporca con la sua essenza, che ha bisogno di un tempo lungo di costruzione costante. Mi piace osservare le gru che tirano su pesi, le pagine che si riempiono di parole e disegni e mi piace ascoltare i suoni che compongono altri suoni. Settimana ancora in lavorazione;-)

giovedì 3 maggio 2012

I podcast e la rete

Il fatto pubblico: Secondo il blogger Tim Pritlove in rete scoppiano tumulti (leggi parolacce, persecuzioni, rivolte personali e di gruppo) perché non ci si capisce. E non ci si capisce perché i blog e i siti sono tutti fatti da parole, parole scritte. Ironia, sottintesi e allusioni sono più difficili da capire se scritti anziché ascoltati. Da qui la soluzione, cioè i podcast. Finora bistrattati dalla rete che subisce la dittatura dei motori di ricerca che ancora non permettono di indicizzare i contenuti audio, i podcast si presterebbero invece a molteplici scopi per diverse categorie di utenti. Basta dare un'occhiata alla piattaforma iTunes per scoprirlo e farsi venire anche delle idee.

Il fatto privato: Ho tradotto e riassunto in poche righe l'articolo Das Netz muss sprechen lernen, cioè La rete deve imparare a parlare, che ho letto oggi sul sito del settimanale die Zeit. Il tema mi piace e ancora più la riflessione di un lettore a commento del pezzo: la lunghezza del podcast non spaventa, resta sempre necessaria l'interazione delle diverse fonti a cui attingere per essere informati. E, aggiungo io, divertiti, stupiti, in vario modo intrattenuti, perché no?, anche spinti a produrre da soli altri podcast da condividere.

Certo, in Italia andiamo lenti: 1,1% di consumo radio via mp3/podcast emerge dalla ricerca Radiomonitor di cui avevo parlato nel post La radio in una mappa, la nostra abitudine all'ascolto resta scandalosamente bassa. Eppure l'articolo tedesco mi spinge in questa direzione.
Che l'abbia tradotto male:-)?