sabato 16 febbraio 2013

In riposo in una stanza

La foto che vedete qui sotto è la mia cucina, piccola ma "abitabile", come si suol dire. Solo fotografandone un pezzo stamattina mi sono accorta che ci sono tracce di me, di lettere appese al muro e di fiori di carta nel vaso che vaso non è. Momenti di trascurabile felicità.

Foto A. Rapone, la cucina di casa

Qualcuno un giorno ha pensato che io sia romantica, vagamente nostalgica, perfino impegnativa per il tavolo a due, poi ha capito che sono solo pigra, stretta in pochi metri quadrati, e le lettere sono rimovibili con buona pace del muro a prova di strappo e della mia testa che cambia idea su tutto molto spesso. Però.

Però i fiori mi piacciono, fuori sul balcone ché mi viene il mal di testa altrimenti, le lettere anche ma non  cucino e scrivo insieme, e se qualche volta è capitato non saranno mai usciti manicaretti né dal forno né dal computer ché ogni tipo di amore richiede concentrazione, sono per mescolare oggetti e loro funzioni così do merito al vero design che è sempre immortale.

Voglio dire, in questa settimana in cui il Papa ha rinunciato all'incarico, sono ritornati San Valentino e Sanremo, l'Ocse ha invitato l'Italia a proseguire "il riequilibrio della tutela del lavoro, spostandola dalla protezione del posto di lavoro a quella del reddito del lavoratore", qualcuno ammazza la fidanzata, io guardo i miei fiori di carta sul tavolo della cucina e resto convinta che...

“… tutta l’infelicità degli uomini viene da una sola cosa, di non saper starsene in riposo in una stanza”.

                                                                    
Pascal, Pensées, 136.

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