sabato 29 giugno 2013

Anestesia uditiva

Oggi sono andata in spiaggia a prendere un po' di vento. In costume e con la sciarpa attorno al collo, risultato: abbronzatura a strisce, anzi a una sola.

Ho anche provato a leggere qualche pagina di Storia di un corpo, di Daniel Pennac. Del resto non è lo stesso Pennac in un altro suo libro, Come un romanzo, ad affermare che "Noi siamo abitati da libri e da amici"? E io il libro l'ho preso perché un mio caro amico lo sta leggendo e ci si sta immergendo da giorni, per il mare mi sembrava la lettura adatta. 

E' stato il vento ha portarmi a una pagina e a una scoperta tutta da provare.

[...] "Sei pronto? Ho stretto i denti e le palpebre. Ho fatto cenno di sì, Violette ha sfregato la ferita e non ho sentito assolutamente niente! Perché lei si è messa a gridare al mio posto. Un vero grido di dolore come se la scuoiassero viva! All'inizio sono rimasto sbalordito, poi io e Tijo siamo scoppiati a ridere. Quindi ho sentito sul ginocchio il fresco dell'alcol che evaporava. Portava via una parte del dolore. Ho detto a Violette che con il secondo ginocchio non avrebbe funzionato perché ormai il trucco lo conoscevo. Stavolta ha cacciato un altro grido. Un grido di uccello incredibilmente acuto che mi ha perforato i timpani. Stesso risultato. Di nuovo sentito niente. Questa, bel fusto, si chiama anestesia uditiva. Pulendomi le mani non ha gridato e il suo silenzio mi ha stupito ancora più delle grida. Prima che potessi sentire qualcosa era tutto finito.
Quindi, se si riesce a distrarre la mente dal dolore, una persona ferita non lo sente". [...]

Il grassetto l'ho messo io.


Nessun commento:

Posta un commento