lunedì 23 dicembre 2013

Pattinare sul ghiaccio, pronti a cadere e a rialzarsi

L'altro ieri ho invitato un amico a pattinare sul ghiaccio. L'ho fatto senza pensarci, me ne scuso. L'ho fatto perché mi piace, l'amico e il pattinaggio sul ghiaccio. L'ho fatto perché in tv stavo vedendo una delle tante commedie di Natale made in Usa, tutte bontà e colori rosso e bianco, e la protagonista si infila i pattini e fa qualche piroetta. Insomma, un invito non ha bisogno di giustificazioni, anzi, non era neanche un invito, perché io a pattinare ci andrò a prescindere. In compagnia però può essere più divertente, soprattutto se non si è capace, e parlo per me.

Ma ecco il problema: l'invito è stato educatamente accolto ma altrettanto educatamente non troverà seguito perché il ragazzo non sa pattinare e, diversamente da me, considera questo un bell'impedimento tanto da dirmi che essendo stato in pista solo una volta... no, forse non si potrà fare.

Non me me vorrà se lo prendo come esempio - me ne vorrà invece, ma fa niente - per riflettere insieme su come la testa a volte frena il desiderio che parte dai piedi, un po' come accade a chi non balla per scelta di vita ma che passa la serata a muovere le dita, dei piedi e delle mani, battendo il tempo o che non canta ma canticchia la melodia che già sa a memoria e che, no, sono stonato, la mia voce non te la do neanche se mi strappi le corde vocali.

Ci avete fatto a caso a quanti freni mettiamo a quella voglia improvvisa di muoverci e metterci alla prova proprio su strade che non abbiamo mai percorso? E' la tentazione di tirarci su e magari inciampare e poi invece si rimane col sedere attaccato alla sedia, al divano, al ghiaccio se siamo caduti. Magari! Vorrebbe dire che abbiamo tentato. Certo, poi c'entra anche il fattore età: pare che dopo i trenta, ma forse anche prima, nessuno possa più permettersi di sbagliare ed essere imperfetto, poi magari si ricomincia coi tentativi dopo i cinquanta, quando certe inibizioni si sono sciolte in una risata e si fa di nuovo gruppo più facilmente. Chissà.

Gli inviti si fanno per le cose che ci fanno stare bene, contengono tanto egoismo quanto dono.
Sono stata a pattinare sul ghiaccio pochissime volte e uso il verbo "pattinare" impropriamente, visto che l'azione che compio è stare attaccata al corrimano, lasciarmi andare e forzare il compasso fino a raggiungere il centro, lì sentirmi smarrita ma tanto felice. Chilometri di autostima che va in pezzi e si ricompone finché reggono le gambe e il fiato.

Ovviamente non ho considerato che il ragazzo in questione non sia interessato non tanto all'invito quanto a chi l'ha fatto, del resto non avrei potuto altrimenti scrivere questo invito e questo augurio di Natale a tutti noi, me compresa: trovare la propria pista di ghiaccio e pattinare "così come viene". Proprio così ho detto, "così come viene", senza ansie di nessun tipo, nessuna aspettativa, solo i rossi in faccia, pronti a cadere e poi rialzarci. Ecco, è anche l'augurio per il 2014.

Buon Natale e buon anno nuovo.


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