lunedì 25 agosto 2014

Le città visibili e quelle invisibili

- D'una città non godi le sette o le settanta meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda. 
- O la domanda che ti pone obbligandoti a rispondere, come Tebe per bocca della Sfinge.


E' esattamente così che sono tornata da Amsterdam questa estate. Con il libro Le città invisibili di Calvino sotto il braccio, comprato nella libreria dove mi ero rifugiata per un acquazzone improvviso, sempre rubato a qualcuno ma mai letto davvero. L'ho fatto nella camera d'albergo e all'aeroporto, sulle panchine per strada in qualunque altra città mi sono trovata.
M'è sembrato, quel giorno, il modo migliore per capire la città, la struttura reticolare del centro che somiglia a una tela di ragno dove rischiavo di rimanere impigliata se non ne avessi preso possesso riconoscendo, alla fine, che io sono fatta alla stessa maniera.



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