lunedì 27 ottobre 2014

Una mostra da ascoltare al Maxxi di Roma


Ieri pomeriggio sono andata al Maxxi per ascoltare la mostra Open Museum Open City. Eh già, perché il museo si è svuotato di altre opere per lasciare spazio ai soli suoni, cioè alle installazioni che li facevano vibrare tra le sale. Eppure a me non ha dato il senso del vuoto, semmai del pieno: solo ora che ne scrivo penso che ho visto poco a fronte di una ricca esperienza uditiva domenicale che inizia già da fuori.


Si sentono martelli battenti, tracce audio che si sovrappongono - sono ben 47 e dentro c'è il lavoro degli scalpellini così come i colpi secchi di martello e scalpello -, s’intuisce uno spazio e un tempo lontani che ti entrano nelle orecchie. E’ Doing, di Lara Favaretto, omaggio al lavoro operaio, di fatica e ripetitivo, ti piace e ti disturba. Ma il suono all’ingresso è anche quello dell’acqua in Sonica Mappings, di Bill Fontana, che ha raccolto i suoni dell’Acquadetto Vergine a Roma e che apre il museo alla città che lo ospita.

La mostra è organizzata per temi a più livelli, alterna le chiacchiere di quartiere ai suoni di una rivolta in piazza, alla scomposizione di una melodia nota. Non sono brava a scrivere quello che ho sentito... Open Museum Open City merita una visita, anzi un'immersione sonora.




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