mercoledì 31 dicembre 2014

I buoni propositi

Me li chiede il capo, i buoni propositi per il nuovo anno. Rispondo che il mio anno inizia a settembre, a gennaio seguo il calendario ma preferisco sempre quello scolastico, il diario vince sull'agenda, pure se in ufficio ho lottato per ottenere quella di carta, perché sono una tradizionalista e altrimenti con la nuova penna stilografica che ci faccio? E così mangio cioccolata e mi dileguo.

Coi buoni propositi però a Capodanno ci gioco, provoco gli amici, stasera li lancerò dalla finestra, li riprenderò nel corso dell'anno e mi dirò che non ne ho seguito nessuno. Forse uno, quello che comincia ogni volta che mi abbasso e cambio prospettiva, non più alta ma bassa, non più aria ma terra: lo faccio a ginnastica per distendere la schiena, per respirare meglio con la pancia, per sciogliere tensioni. Lo faccio e torno piccola sulla coperta in cui giocavo a palla ed ero palla io stessa. 

Ed ecco il proposito, sentirsi totalmente immersi nell'attività che si sta facendo, la scrittura come la corsa o come l'attesa dell'autobus... perfino! Radicati al suolo pure se è sporco e si respira smog, e quando si è stanchi alzarsi e spostarsi, andare via, lasciare e ricominciare. Da piccola era la prima minestra e gli spaghetti per cui andavo matta, l'arrivo di mio padre dal lavoro la sera, la musica in casa. Era quell'alzarsi e immergersi ancora in un'altra cosa bella che appariva sempre nuova.

Buon anno.




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