giovedì 2 aprile 2015

Silvia e Teresa, donne sfacciate

Silvia lavora in panetteria, il pane non lo fa ma lo vende. E' giovane, sposata, ha un bambino piccolo. Qualche settimana fa si ammala, influenza che dura, ricovero in ospedale, niente di grave ma continuano anche oggi gli accertamenti per scoprire come mai sia tanto debole. Maria non ha un contratto, è "in prova", è andata al lavoro con la febbre e teme di perderlo.

Teresa lavora in una multinazionale e si occupa di finanza, è single, laureata, da ieri in malattia. Ha un contratto a tempo determinato e poco tempo per fare i controlli che vorrebbe: l'influenza quest'anno è particolarmente fastidiosa, le chiedono "quanto hai?" e non si riferiscono all'età, non sarebbe politically correct. Se la risposta è 38 non c'è sanzione sociale e si resta a casa con la coscienza tranquilla, se il numero è più basso "non è febbre" e si può fare squadra anche nell'esperienza virale.

In entrambi i casi la malattia non è un diritto ma un fastidio per la micro o macro organizzazione, in nessun caso però si sospetta l'assenteismo: troppo poco tempo in panetteria per Silvia per innescare un fenomeno, troppo tempo in azienda per Teresa per destare sospetti sulla sua produttività e sul suo senso di appartenenza. Eppure.

Eppure più di controlli, medico fiscale, allontanamenti dal posto di lavoro vale lo sguardo della società a cui forse danno fastidio: le colleghe di Silvia e l'open space di Teresa non perdonano, basta un giorno perché le due ragazze che ricevono le telefonate "carine" dei compagni di giornata siano etichettate comunque come deboli, inutili, problematiche. In un attimo le lunghe serate dietro report in inglese e la solerzia a servire fino all'ultimo cliente la vigilia di ogni giorno di festa sono state dimenticate.

A me viene il sospetto che sia proprio la malattia in sé a fare paura e anche una banale influenza deve essere allontanata: non ci si può ammalare nel frenetico mondo in cui tutti devono servire a qualcosa. Le persone che si fermano, loro malgrado, devono essere fermate a loro volta.

Silvia e Teresa sono donne sfacciate, non lo sanno ma stanno provocando reazioni nei loro ambienti di lavoro. Quindi grazie e buona guarigione.






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