venerdì 19 giugno 2015

L'uomo che russa fa più rumore di un frigorifero in funzione ma resta suono umano

Il dietro le quinte di un'intervista è spesso la parte migliore, quella che proprio vorresti mettere dentro una volta che hai finito di scrivere o riascoltare ma che altrettanto spesso non fai per come concepito la storia o per come la storia che racconti si sta muovendo con quel grado di autonomia che tanto ti piace e che ti fa gioco al momento della stesura o dell'ascolto finale. Tuttavia ti rimane la voglia di dire o far sentire cosa è accaduto prima e durante, con garbo e delicatezza verso le persone che hai coinvolto e rispettando la curiosità del lettore e dell'ascoltatore.

A me rimane anche il dubbio che sia troppo pigra o troppo poco coraggiosa per svelare le cosiddette "idle chat", ma sì, le chiacchiere che si fanno prima di fare rec, per preparare l'ambiente, riscaldare voce e cuori, ripetersi le intenzioni di un'intervista e dove andrà a finire, insomma, mettersi a proprio agio anche se stare seduti sul divano è scomodo e la sedia, se c'è, è da preferire.

Certo, bisogna distinguere tra le chiacchiere e le "chicche", tra quello che può dare sapore a un discorso e rendere memorabile un pezzo da frasi come "Posso? Funziona? Apri la porta, possiamo spostare la sedia? Interessante questo quadro... è una copia di Matisse..? Oggi fa proprio caldo eppure siamo solo a maggio a Milano..."... a meno che non siano proprio funzionali allo scopo o al tipo narrazione.

Ecco, dell'ultimo lavoro audio che ho realizzato per Radio Tre "Tre Soldi", cioè Smart working. Contro il logorio della vita moderna, avrei fatto sentire volentieri, se solo fosse durato più di pochi secondi, il commento a fine intervista di alcune delle persone intervistate a cui avevo chiesto, nell'ordine, di: spegnere ogni fonte di suono e rumore, dai cellulari all'aria condizionata, ai piccoli frigo, chiudere la finestra, non muovere collane e bracciali, penne e fogli... insomma, le regole monastiche del radio producer, indipendente e solo, vagamente teutonico nell'approccio alla vita.

Grazie a chi mi ha preso alla lettera e dopo la fine dell'intervista ha ripreso a respirare, giacca e cravatta ancora inserite, macchina in folle però.

Ecco, proprio il respiro dell'ambiente è cosa da sentire e registrare, prima o dopo un'intervista, per ricordare dove eravamo e con chi, che tempo abbiamo trovato. Io che sono per le persone reali nell'ambiente reale, in presa diretta o meno, devo ricordarmi di non esagerare con le indicazioni, verissime e utilissime da manuale, e che l'uomo che russa fa più rumore di un frigorifero in funzione ma resta suono umano.













mercoledì 10 giugno 2015

E tu sai cosa sono i pillars? #dilloinitaliano

"Cos'è una media company: i pillars"

La digital media company adotta un business model customer centric pensato in logica prodotto e non più in logica canale e capitalizza gli asset disponibili operando senza il filtro televisivo.


Si chiama Carlo Nardello, è direttore sviluppo strategico Rai e la scorsa settimana al Forum della Comunicazione a Roma ha usato anche questa slide nella sua presentazione sulla comunicazione digitale del servizio pubblico. Prima ha lavorato alla Disney, ci ha detto.


L’italiano è lingua ufficiale di sei paesi: l’Italia, il Vaticano, San Marino, la Svizzera italiana, la Slovenia e la Croazia.

Nei corridoi in azienda ho sentito qualche giorno un ragazzo che diceva, rammaricato: "Non ho deliverato", e nessuno ha potuto aiutarlo. Qualcuno non riesce neanche a "deployare", forse semplicemente a spiegarsi.

L'analfabetismo di ritorno si annida anche fuori la capacità di leggere e scrivere secondo quanto imparato a scuola, si annoda alla cravatta, strozza il pensiero libero, riduce i caratteri per farli stare dentro una slide, urla titoli. Fa arrossire la mamma che poi ti chiama e ti chiede se hai mangiato e si preoccupa se le dici che non hai avuto uno slot per arrivare al "food e beverage". Si preoccupa per la testa, mica per lo stomaco.

Ah, i pillars sono i pilastri, le colonne, insomma i fondamenti. Ma senti come suona strano, in italiano.