mercoledì 5 agosto 2015

Si fa presto a dire smart working

Buffo che in questa calda estate in molti dal fresco degli uffici con l'aria condizionata mi inviino link ad articoli, post e commenti sul tema smart working. Sono amici, amici di amici, conoscenti e contatti vari che chiedono una possibilità diversa, in fondo quella di stare con la sabbia o coi ghiaccioli ai piedi, vicino ai bambini che hanno finito anche il centro estivo, evitando di aspettare o salire sui mezzi pubblici che s'inceppano per arrivare al lavoro.

Lo smart working può anche iniziare con la gestione dei luoghi dentro l'azienda, riorganizzando gli spazi oltre la scrivania personale e l'open space di scrivanie personali, con buona pace di chi si porta pianta, biscotti e foto dei figli per tutti. 
Per quanto riguarda la gestione del tempo, si può già ampliare la flessibilità oraria in entrata e uscita, dando e chiedendo più fiducia e senso di responsabilità.

Per convincere i più riottosi, lavoratori o aziende, qualche numero: fare smart woking porta a un recupero di efficienza per una media del 20% con punte fino al 50%, secondo l’osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano. Sul come e perché, due degli ultimi kink ricevuti, uno su alcuni casi concreti, un altro sulla ricerca Regus con 44.000 interviste effettuate a manager e professionisti in tutto il mondo.

Per ascoltare anche più di una storia, questo il link all'audio documentario Smart working. Contro il logorio della vita moderna che ho realizzato quest'anno per Rai Radio 3.



 




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