martedì 7 novembre 2017

Concorso giovani scrittori di parole scritte e parlate. Su QuartaRadio.it

Dunque, succede questo: Parole in Preda – Concorso per Giovani Scrittori su web side story.
Si tratta di un concorso letterario rivolto ai ragazzi italiani e stranieri dai 14 ai 20 anni che è lanciato dall'associazione culturale Aula39 di Cagliari e dalla web radio QuartaRadio.
Le info di dettaglio sono sul sito della radio, qui. Scade il 30 dicembre 2017.

"Il premio per gli elaborati selezionati sarà l’incisione audio podcast, la messa in onda on line, e la pubblicazione su www.quartaradio.it, oltre che la promozione in rete tramite social e media digitali".

Qui il punto non è tanto capire come sarà realizzato il podcast - che non sia la mera registrazione del testo scritto, proviamo una nuova imbastitura per un diverso canale - quanto proprio la sfida tra le righe: scrivere un breve testo sì, un racconto nello specifico, che possa essere digerito anche soltanto dalle orecchie, non per nulla diciamo radio.

Per i più giovani, penso, dovrà essere un gusto quello di provare a scrivere e rileggere ad alta voce una storia o un episodio di essa che sia forte nel cuore e nella memoria, capace di accendere una passione e mantenerla, capace di attraversare la pagina scritta e diventare racconto orale. 

Come ispiratore da portare in giro potrebbero usare il programma di RadioTre Rai dedicato ai grandi classici della letteratura internazionale adattati e letti per tutti noi Ad alta voce. Appunto.

Come ispiratore segreto potrebbero avvalersi di questo: Versify, tu racconti una storia, qualcun altro ne fa poesia. E se fosse questo il modo, proprio per chi è più giovane, di prendere in mano testi e vita, e farne poesia quotidiana?

Fateci sapere...







giovedì 2 novembre 2017

Te stesso al microfono: quale voce hai, quale voce usi?

"There are so many more considerations when it comes to voicing. That’s why there are voice coaches".

Rob Rosenthal su transom.org esprime considerazioni e fa esempi di come lui stava davanti al microfono ma mica gli piaceva tanto la voce ne usciva - troppo esaltata, troppo poco reale e adatta a quello che sentiva. In Sounding Like Yourself - che per inciso è un titolo che mi piace tantissimo - ci dice che in un prima del suo lavoro era solito stare in piedi davanti al microfono e leggere dal foglio di carta, poi però è passato alla posizione da seduto e ha sostituito lo script col pc... "Hmmm. I’m still too energetic and I still sound like I’m reading".

Cosa si sarà inventato ancora per non sembrare un annunciatore tv? Il pubblico all'ascolto se ne sarà accorto? Lui sì, e questo è già abbastanza, anzi molto.

Qual è, quindi, la postura che corrisponde alla nostra voce interiore quando raccontiamo una storia (e usiamo un registratore)? Ognuno trovi la sua e faccia esperimenti, ci sembra suggerire questo articolo. Ognuno sia onesto ed equilibrato, possiamo dire spingendo il discorso ben oltre i 5 o 10 o molti più minuti di registrazione. Già, perché se non suoniamo esattamente come sentiamo dentro, pur nello stupore di ascoltarci come fosse la prima volta in cuffia, restiamo con quella sensazione di fastidio, di non finito, di occasione persa che, come ogni professionista della voce sa, rischia di perseguitarti per giorni e giorni. 

Nello stesso articolo la radio producer e voice coach Viki Merrick offre in voce i suoi consigli e le sue esperienze davanti al microfono, il primo è la fase di scrittura: writing, writing as you talk. Anzi... la fase ancora prima, talk aut loud, dirsi prima a voce alta le cose che si intende scrivere.

Merita un ascolto attento e carta e penna per prendere appunti e poi... provare e darsi le proprie indicazioni per rispondere alla domana: How sound? How would you hear yourself?